Salone Internazionale del Libro di Torino 2016: valutazioni conclusive

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Dunque, Salone Internazionale del Libro di Torino: l’edizione 2016 ha contato ben 127.596 biglietti staccati, con un incremento del 4,05% rispetto al 2015 (che aveva contato 122.638 biglietti. Giusto per la precisione).

Il merito di questo successo va anche alla scelta di introdurre, per la prima volta nei 29 anni di vita della manifestazione, la possibilità di spendere di meno entrando al Salone dalle 18 in poi: acquistare il biglietto a 5 euro (scontato del 50%, dunque) non ha significato per il visitatore rinunciare ad eventi comunque rimarchevoli con importanti protagonisti della letteratura, dell’arte, dello spettacolo e dello sport, che sono stati molto opportunamente collocati proprio nell’ultima parte della giornata.

Come sempre è impossibile ricordare tutti  gli incontri e i relativi protagonisti della manifestazione, considerando che l’attività del Salone dal 12 al 16 maggio è iniziata ogni giorno alle 10 del mattino per concludersi dodici ore dopo. Se volete togliervi la curiosità di scorrerne i nomi, visitate il sito del Salone e resterete a bocca aperta.

E’ innegabile che l’eventistica, che alimenta il desiderio della gente di incontrare dal vivo i propri beniamini –  magari scrittori solo occasionalmente ma amatissimi (per seguire l’incontro serale con Ligabue c’è stato chi si è messo in coda nove ore prima!) – rischi di trasformare la “fiera del libro” in una specie di show o passerella d’onore, ma è altrettanto vero che al Lingotto la gente gira per ore anche al di fuori dei luoghi di incontro, a testimonianza di un interesse principalmente rivolto alla lettura, non allo spettacolo che ne può derivare.

Tutto bene? Sembrerebbe. Gli organizzatori dicono che i 700 operatori presenti, tra editori e agenti letterari provenienti da 41 Paesi, sono stati più numerosi degli altri anni e che esiste una lunga waiting list rimasta, per ovvie ragioni inevasa: il tutto in controtendenza con altre analoghe manifestazioni all’estero (vedi il Salone di Francoforte, ad esempio). Certo, qualche assenza vistosa c’è stata e quello che mi risulta è che l’umore fra gli stand era variabile, con alcuni espositori soddisfatti anche delle vendite, oltre che delle presenze di pubblico, e altri molto meno.

Affollatissimi – neanche a dirlo- gli spazi di Mondadori, Rizzoli, Einaudi, Gruppo Mauri Spagnol, Giunti, Sellerio, Fandango, Feltrinelli, Arcana, Iperborea, Minimum fax e Neri Pozza, come gli incontri organizzati da IlLibraio.it, accertato il favore del pubblico verso la manifestazione, rimarrebbe tuttavia da mettere mano al problema del costo dei libri: solo alcuni espositori hanno offerto uno sconto “fiera” sul prezzo di copertina e molti dei visitatori che ho interpellato hanno rilevato che comperare un libro al Salone, non godendo di alcuna scontistica, viene addirittura a costare più che altrove. Non per caso era quasi impossibile muoversi fra la folla di acquirenti che si aggirava per gli spazi, pure non ridottissimi, dello stand de “Il Libraccio”  (che, come noto, vende libri usati).

Va ricordato che la soddisfazione degli organizzatori nasce anche dal fatto che quella di quest’anno era una edizione per molti versi delicata: effettuato il cambio della guardia alla presidenza, assunta da Giovanna Milella in successione a Rolando Picchioni, recuperato lo storico direttore editoriale Ernesto Ferrero (per la manifestazione vero deus ex machina, il cui apporto fondamentale la Presidente ha pienamente riconosciuto nel corso della conferenza stampa di chiusura), superati grazie al grande lavoro delle forze dell’ordine e alla civile e paziente collaborazione del pubblico i problemi di sicurezza (controlli con metal detector, artificieri pronti a intervenire per far brillare borse, telefonini e tablet dimenticati da incauti visitatori, eccetera), un fatto resta in ogni caso indiscutibile: il Salone Internazionale del libro di Torino è e resta una manifestazione di massimo prestigio e un appuntamento da non perdere.

“Alla fine, il Salone si è dimostrato più forte di tutto” ha concluso Ernesto Ferrero: impossibile dargli torto.

Personalmente, quello che sempre mi scalda il cuore è vedere decine e decine di persone, interessate alla lettura, alla cultura, alle cose migliori che l’intelletto umano può creare, muoversi per il Lingotto con zaini e trolley pieni di libri: e pazienza se le code sono tante e lunghe. Gli applausi sinceri che hanno salutato i relatori e gli ospiti alla fine di ogni conferenza, anche la più specializzata, testimoniano che, parafrasando quel famoso slogan, “Il Salone del Libro è sempre Il Salone del Libro”.

Appuntamento al 2017 con l’edizione del trentennale, che si svolgerà da giovedì 18 a lunedì 22 maggio: nell’attesa, presto su www.giancarlapaladini.it vi proporrò il bottino niente male di incontri e interviste che ho raccolto al Lingotto.

A questo proposito, il mio ringraziamento più sentito va agli Editori e soprattutto ai colleghi degli Uffici Stampa e agli Autori, la cui stima e disponibilità sono per me fondamentali.

(nella foto piccola: l’incontro con Maurizio De Giovanni e Ciro Ferrara, Ricky Tognazzi, Francesco Colombo, Beppe Servillo).

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