I RIMBAMBINI (o della “sindrome di Peter Pan”)

I RIMBAMBINI (o della “sindrome di Peter Pan”)

…E poi ci sono i Rimbambini. Come, “chi sono?” Dai, li conoscete anche voi: magari li avete in casa da anni, magari li avete amati o li amate anche adesso… Va bene: provo a definirli.

Dicesi Rimbambino/a chi è rimasto bambino/a malgrado il passare degli anni”.

Dite la verità: nella mente già stanno affiorando possibili nomi di Rimbambini di vostra conoscenza…

Come in (quasi) tutte le cose di questo mondo, è impossibile stabilire univocamente se questo loro stato sia un pregio o un difetto, perché i Rimbambini si dividono in due sottocategorie: i buoni e i cattivi.

Cominciamo da questi ultimi.

Il Rimbambino/a cattivo/a riassume in sé i peggiori difetti dell’età infantile e adolescenziale mutuati dai peggiori difetti dell’età adulta e dunque è:

a) Egoista: non solo si sente al centro del mondo, ma dà per scontato che il mondo lo riconosca come suo centro. Il mondo e tutte le persone, ma anche le cose e persino le condizioni meteo, devono inchinarsi davanti a lui/lei che, per esempio, al cinema o a teatro sceglierà un posto in prima fila anche se è alto/a un metro e novanta e sfoggia una capigliatura da Napo Capo; esulterà sapendo che cadrà tanta neve mentre si trova in settimana bianca, senza chiedersi dove cadrà esattamente la neve e, soprattutto, se la nevicata non gli/le impedisca di arrivare sui campi da sci, eccetera.

b) Superficiale: incapace di vedersi in un futuro che non sia più che prossimo, coglie l’attimo senza goderne appieno e senza calcolare le conseguenze dei suoi comportamenti, né su di sé, né – tanto meno – sugli altri. Il Rimbambino/a, insomma, si ammazza di kebab e poi, salito/a sulla bilancia, digiuna quaranta giorni nel deserto, si indebita per comperare i suoi giocattoli (quasi sempre tecnologici: il televisore faraonico, il cellulare che fa anche il caffè, l’affetta-uova-crude e altre inutili meraviglie) e a furia di credito al consumo si ritrova consumato/a.

c) Capriccioso/a: come si evince dal punto B, vuole tutto e subito. E’ alla continua ricerca della soddisfazione personale, ma quando la raggiunge nemmeno se la gode perché è già teso/a a soddisfare al più presto il capriccio successivo.

d) Inaffidabile: essendo egoista e superficiale è ovvio che sia la persona meno adatta per portare a termine incarichi delicati, specie se comportano impiego di tempo ed esercizio di pazienza. Non è necessariamente un lazzarone: è che non riesce proprio ad accettare l’idea di fare quello che “deve”: gli interessa fare solo quello che vuole.

(…Ehi, cari Amici che state leggendo, come va? Quei nomi che vi sono balzati in testa qualche minuto fa cominciano a prendere le fattezze precise di qualcuno, vero? Su, non siate timorosi, non negate a voi stessi l’evidenza: non c’è nulla di male ad avere fra i piedi questa sotto-razza umana…)

Avere a che fare con i Rimbambini cattivi è sempre complicato: per non capitolare bisogna disporre di molto tempo libero, forte motivazione e ottima salute. Lo sanno bene coloro che hanno, o hanno avuto, una storia d’amore con qualcuno/a di loro: una faticaccia. Del resto, leggete qui sotto e provate a mettervi nei panni dei loro partners.

a) Il Rimbambino/a cattivo/a, quando non è interessato/a ad una storia fissa, vola di fiore in fiore, incurante delle conseguenze (ricordate la storia del kebab?), seminando cuori infranti (compreso il suo), ma dandone ai partners le colpe.

b) Se il Rimbambino/a cattivo/a si fidanza, obbliga l’altro/a a tour domenicali faticosissimi su per le montagne, o in motocicletta per ore e ore, o al mare anche col gelo di gennaio “perché a lui/lei piace”; mette a dieta il/la partner perché devono superare la prova costume; organizza il matrimonio come se fosse la sua festa di compleanno (il 16°, per la precisione) e pazienza se il suo lui o la sua lei sognano una cerimonia da adulti perché, “siccome a lui/lei piace”, se non si fa così allora non se ne fa niente.

Bisognerebbe scappare finchè si è in tempo, ma l’amore è cieco e così accade che:

a) Il Rimbambino cattivo si sposa: sarà un marito che cerca una moglie/mamma paziente, devota, sottomessa con lui ma tosta con gli altri (eh sì, perché il rimbambino vuole sempre dominare il prossimo, anche per interposta persona). Pretenderà la casa impeccabile e la tavola perfettamente imbandita con cibi che solo a lui piacciono, salvo lasciare in giro calze e mutande (tanto, c’è la moglie/mamma a riassettare) e arrivare due ore dopo il pranzo o la cena perché “gli è passata la fame e allora si è fatto un kebab” (… di nuovo?!)

b) La Rimbambina cattiva si sposa: sarà una moglie/bambina, capricciosa e bisbetica, attenta a non rovinarsi la manicure, insofferente della mamma di lui, degli amici di lui, degli hobby di lui, di qualsiasi cosa lui ami ma non la faccia sentire al centro del suo mondo (anche la rimbambina, come il suo omologo maschile, è possessiva); con le lacrime in tasca, è pronta a tirarle fuori quando quel sant’uomo del marito, una volta ogni mille, sbotta.

Anche i Rimbambini cattivi si riproducono: ne deriva che:

a) Saranno papà iperattivi. I figli dovranno fare tutte le cose “che piacciono a papà”: giocare a tennis, sciare, essere bravi a calcio, basket, tennis, perché è tanto bello per loro (i papà) condividere queste passioni con i propri cuccioli (i quali cuccioli, che somigliano tutti a mamma loro, detestano ogni attività fisica e vorrebbero solo collezionare francobolli). Non andranno mai ad accompagnarli a lezione, però, perché sarebbe noioso e poi a questo pensa la moglie, che è anche quella che porta i bambini a fare le vaccinazioni, che si sorbisce i colloqui con i professori e il ripasso dei compiti a casa, e le questioni con banche e bollette. Saranno ostili agli amici dei figli, ma soprattutto a generi e nuore, perché vengono a portargli via il compagnuccio di giochi, e “Adesso che faccio, con la sindrome del nido vuoto!” ululeranno per mesi e anni.

b) Saranno mamme iperattive durante l’infanzia dei figli, esattamente come i colleghi Rimbambini maschi, ma solo per la parte ludica: useranno il figlio/a come una bambola, insomma. Bei vestiti, capelli tagliati alla moda, camerette da rivista. Poi, lentamente, si estraneeranno, delegando ogni decisione al partner, evitando di negare qualcosa alla prole solo perché non hanno voglia di impegnarsi: “I figli devono seguire la loro strada, farsi le loro esperienze: e poi io sono fortunata, perchè i miei figli sono così maturi…!” è il loro leit motiv.

Ecco: a questo punto avete ben chiari i Rimbambini cattivi che conoscete, ma se volete la prova del nove controllate la loro vita sentimentale: di solito sono singles, magari con uno o più matrimoni falliti alle spalle (perché anche i santi perdono la pazienza) e improbabili storie d’amore in corso.

Fatto? Perfetto.

“Ma i Rimbambini cattivi non cresceranno mai?” (la domanda sorge spontanea).

Eh, a volte crescono, perché non sono stupidi (anche se fanno stupidaggini e “Stupido è chi lo stupido fa”, come ci ha insegnato Forrest Gump): di padellate sulla faccia ne prendono, e a furia di andare a sbattere qualcuno rinsavisce. Solo qualcuno, però.

E i Rimbabini/e buoni/e? No, … quelli sono un’altra cosa… Sì, sono mariti, mogli, padri e madri imperfetti, ma solo perché, loro, proprio non ce la fanno a crescere. Li – e soprattutto le– riconoscete perché nel loro aspetto, nel loro abbigliamento, nel loro modo di parlare, ridere e rapportarsi agli altri hanno sempre un che di infantile: infantile, certo, ma anche incantevole. Ridono delle comiche di Totò, si meravigliano di un paesaggio o di un tramonto, se vedono ad un mercatino un gioco di quando erano piccoli si entusiasmano e lo comprano, con gli occhi che gli brillano esattamente come allora. Dell’infanzia e dell’adolescenza conservano la fiducia negli altri, la capacità di commuoversi fino alle lacrime o di arrabbiarsi furiosamente (o di commuoversi furiosamente e arrabbiarsi fino alle lacrime: a volte fanno confusione). E diventano nonni meravigliosi e anche amici speciali, che ascolteresti parlare per ore, perché ti insegnano la vita senza volerti imporre il loro pensiero… Anche perché, distratti e superficiali come sono, a un certo punto vi sembrerà che il loro sguardo sia altrove, e in effetti lo è: è dietro una farfalla che vola, distratta, superficiale, inafferrabile come loro, che forse, al contrario di certi Adulti-Veri, della vita hanno capito tutto, ma proprio tutto tutto.

Canzone consigliata:  “Peter Pan”, Enrico Ruggeri (guardatevi anche il videoclip!)

G.P.

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