“Il morso”: chiacchierata con Simona Lo Iacono

t1_lo_iaconoSimona lo Iacono “Il morso” (Neri Pozza Ed)

2017

pagg 240

€ 16,50

 

 

 

 

 

Simona lo Iacono “Il morso”

Dove finisce la realtà e comincia il mistero, lì ci sono i personaggi e le storie che racconta Simona Lo Iacono: era avvenuto con il suo precedente “Le streghe di Lenzavacche” (Ed. E/O, 2016), felicissimo romanzo di esordio della scrittrice siracusana, e succede nuovamente in questo suo altrettanto riuscito “Il morso” (Neri Pozza Ed). Nel gioco solitamente ingannevole fra apparenza e verità, tra finito ed infinito, fra storia e leggenda, Simona Lo Iacono costruisce i suoi racconti, in cui porta il lettore a interrogarsi su temi sempre attuali e ancora più urgenti ai nostri giorni: pregiudizio, ipocrisia, violenza fisica e psicologica, pietà, perdono. Gli “ultimi”, i reietti, le donne sopraffatte dalla violenza fisica e psicologica eppure ugualmente resistenti e persino vincenti sono coloro dalla cui parte si schiera l’Autrice, e noi con lei.
Magistrato presso il tribunale di Catania, donna di grande cultura e curiosità, impegnata nel sociale, Simona Lo Iacono ama la Storia e la Letteratura, specie quelle della sua regione: così, come già“Le streghe”, questo è un romanzo storico, ambientato stavolta nella Sicilia del 1848, percorsa da fermenti rivoluzionari anti-borbonici. Ne è protagonista Lucia, bellissima ragazza ammalata di epilessia e dunque giudicata pazza (babba in siciliano), mandata dalla madre a servizio presso la ricca famiglia palermitana dei Ramacca. Il Conte Figlio è famoso per le bramosie sessuali e alimentari, irrefrenabilmente famelico nel letto come a tavola: infelice, perennemente insoddisfatto, cercherà di sedurre Lucia, che però reagirà con un morso rabbioso e ribelle. Da questo gesto “contaminante” partiranno i fatti che porteranno, con non pochi colpi di scena, all’epilogo finale.

I protagonisti sono tutti figure da tragedia greca, arte alla quale l’Autrice è legatissima per nascita e formazione, e l’epilessia della protagonista, il piccolo male che la porta in una dimensione altra fino a renderla quasi una veggente, il destino al quale nessuno può sfuggire, la simulazione della propria natura per difendersi o – al contrario – per attaccare, sono temi che l’orchestra del Teatro di Siracusa potrebbe del tutto naturalmente ospitare. Lucia la babba, il Conte Figlio e il Conte Padre, il nano Minnalò, il Castrato Signorino e via via i personaggi minori si uniscono a formare di questa tragedia il coro, che racconta al pubblico, in forma letteraria, fatti e persone reali: vero è, infatti, che nel 1848 la Sicilia visse una effimera libertà dai Borbone; realmente esistita è la famiglia dei Ramacca; storica è la figura, tramandataci da Luigi Natoli nel suo “Cronache e leggende di Sicilia”, della loro cameriera Lucia Salvo, che si fingeva stupida (babba) per introdurre nel carcere, senza destare sospetti, i messaggi segreti che i suoi padroni inviavano ai prigionieri anti-borbonici. Nelle pagine di Simona Lo Iacono la simulata stupidità di Lucia diventa epilessia: il perché di questa invenzione (almeno, secondo noi) lo abbiamo già spiegato.

E in chiusura, una chicca: “Il Morso“, nel 170° anniversario dei moti rivoluzionari che fanno da sfondo al romanzo, è il libro che l’Editore Neri Pozza ha scelto nell’ambito del progetto “Vivere la storia”, rivolto alle scuole secondarie superiori che “si propone di stimolare gli studenti a interpretare dal punto di vista attoriale un romanzo di taglio storico, per rivivere le vicende narrate dai protagonisti” (info su:  www.neripozza.it).

 

L’Autore:

Simona Lo Iacono è magistrato presso il tribunale di Catania. Nel 2016 ha pubblicato il romanzo “Le streghe di Lenzavacche” (Edizioni E/O), selezionato tra i dodici finalisti del Premio Strega. Con “Il Morso” si è aggiudicata il Premio Racalmare-Sciascia 2017.

 

Ecco l’intervista a Simona Lo Iacono, il cui sonoro trovate in alto, nella sezione audio di questa pagina.

Canzone consigliata:  “E si sfarda la negghia”, Olivia Sellerio.

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