“Dallo Sciamano allo Showman”: chiacchierata con Nini Giacomelli, Direttore Artistico

Nini Giacomelli

 

 

Che cosa fa di una manifestazione culturale un “successo”? E che cosa si intende per “successo” di una manifestazione culturale? …Forse i soldi spesi per realizzarla? Le location prestigiose? … Ricchi premi e cotillons?

Certo che no. La risposta è: qualità e quantità; “qualità” delle proposte e degli ospiti e “quantità”, intesa come numero di incontri, durata nel tempo, presenza convinta del pubblico.

Se è davvero così, allora non c’è dubbio che il Festival della Canzone Umoristica d’Autore “Dallo Sciamano allo Showman” abbia le carte in regola per definirsi un successo “di pubblico e critica”, come recita la formuletta.

Arrivata alla sua tredicesima – scaramantica- edizione, la kermesse è iniziata il primo agosto e finirà il prossimo diciannove dicembre, come sempre itinerando per i maggiori centri e i paesini più piccoli, ma non per questo meno suggestivi, della Val Camonica.

Tutto il programma sul sito www.sciomano.it

La manifestazione, realizzata in collaborazione con il prestigioso Club Tenco, è nata per estro e volontà di Nini Giacomelli, vulcanica e inarrestabile scrittrice per il teatro, specie per i ragazzi, nonché autrice di alcuni testi di canzoni di grande successo (due titoli su tutti: “Grazie perché” e “Amico è”), di libri di favole e non, di programmi radiofonici e televisivi e, nel 1988, fondatrice del CCTC, Centro Culturale Teatro Camuno, di cui il Festival è figlio.

I molti appuntamenti della manifestazione (la cui riuscita dipende anche dalla presenza preziosa e insostituibile dell’attrice Bibi Bertelli, vero braccio destro di Nini Giacomelli) hanno luogo in altrettanti luoghi della sua valle: perché Nini Giacomelli, camuna con il Brasile nell’anima, sia pure scalpitando e battagliando non può fare a meno della sua terra d’origine, aspra talvolta anche con lei, come mi ha raccontato in questa chiacchierata a cuore aperto e a ruota libera.

Ecco l’intervista, il cui sonoro originale trovate in alto, nella sezione audio di questa pagina, a Nini Giacomelli, Direttore Artistico del Festival della Canzone Umoristica d’Autore “Dallo Sciamano allo Showman”.

Canzone consigliata: “Occhi di ragazza”, nella versione di Gianni Morandi

 

Giancarla: Con grande gioia ritrovo Nini Giacomelli e con grande gioia insieme a Nini Giacomelli torniamo a parlare di una importantissima manifestazione: quando e come è cominciato lo “Sciamano” quest’anno?

Nini Giacomelli: Lo “Sciamano” è iniziato il primo agosto (a Borno-Bs: ndr) con Fausto Pellegrini, il giornalista di Rainews 24: devo dire che abbiamo visto davvero sempre il pieno di pubblico, che ci stupisce perché sono serate “di nicchia”, dove si parla di libri… Vedere la piazza che si riempie per queste cose, ci stupisce.

G.: Eppure dovreste averci fatto un po’ l’abitudine, no?  …Con questo “Sciamano” siamo arrivati al numero…?

N.G.: Siamo arrivati al numero tredici, e questo dovrebbe spaventarci perché sono un po’ superstiziosa: però, come ho scritto nell’incipit dell’opuscoletto, diciamo che il “tredici” potrebbe portarci molta fortuna, anche se è partito con molte difficoltà economiche, perché, vuoi il periodo della crisi, vuoi che la Valle Camonica (non la Valle Camonica intesa come gente, ma la Valle Camonica intesa come enti locali) non sente questo Festival come il “loro” Festival… Ormai siamo arrivati al politico “tuttofare”, quello che si inventa l’evento e si “illumina d’immenso” attraverso ciò che ha inventato lui, quindi è molto meno attento dove non ci sia il bacino di grande voto: diciamolo!

G.: Ma può essere anche che questo derivi dal fatto che in realtà “Dallo Sciamano allo Showman” è una manifestazione a livello nazionale e quindi, forse, per qualcuno il fatto che sia meno localista possa rappresentare un limite (paradossalmente, eh)?

N.G.: Rappresenta un limite, perchè ci siamo ridotti (ma non in Valle, in generale, penso) ad una politica che è quella del “Mi vede il mio bacino d’utenza, mi vota il mio bacino d’utenza, mantengo la mia cadreghina (seggiolina: ndr): il resto…” Parliamo tanto di promozione turistica: il Festival da tre anni è a San Francisco. Un assessore mi ha fatto notare: “Ma da San Francisco forse non vengono a vedere i Pitoti in Val Camonica”, il che può essere vero e non vero, perché io parimenti posso dire “ Da Expo non ho visto nessuno…” E glielo avevo detto prima…Però non sta mai bene, vero Giancarla?, dire “Te lo avevo detto prima”… e quindi… non l’ho detto!

G.: Va bene, va bene… Però tutto questo dà il polso della passione che ti anima; per chi ti conosca non è certamente una sorpresa, però per quelli che non dovessero sapere della tua lunga storia artistica questa passione davvero diventa la tua cifra, quella che ti distingue e che ti fa andare avanti malgrado le difficoltà che ci hai detto: ma quando è iniziato lo “Sciamano”, come è nata questa idea?

N.G.: E’ nata esattamente tredici anni fa da un calembour: eravamo in macchina, io e Bibi (Bertelli: ndr) e scendevamo in Franciacorta per lavoro e pensavamo ad un laboratorio da fare al liceo; il preside ci aveva detto di partire dalla preistoria e di arrivare magari a qualcosa di moderno. E parlando con Bibi: sciamano … sciomano…showman… “dallo sciamano allo showman”! Il gioco di parole ci è piaciuto: è diventato un laboratorio per il liceo, ma l’anno dopo è diventato il Festival “Dallo Sciamano allo showman” perchè, oltre a piacere a noi, piacque tanto al Club Tenco, è piaciuto anche a Sergio Bardotti; siamo riusciti a coinvolgere il Gotha della canzone d’Autore in un evento che voleva essere “umoristico” fin dall’inizio, quindi era chiaro che avrebbe avuto una matrice umoristica, Bardotti non se l’è fatto dire due volte. La garanzia di questi due appoggi, di questi due pilastri storici, ha fatto conoscere da subito il Festival. Ci troviamo da tre anni a San Francisco, l’anno prossimo ci hanno invitato a Barcellona con una serata del Festival e quindi ci sembra di dovere essere molto contenti del nostro Festival: sentire un assessore che magari ti dice che però il “Festival galleggia” … Il Festival “cammina sulle acque”, perché non arrivo a diecimila euro per fare un festival! Quando sento dire che una Notte Bianca in un paese qui vicino costa tranquillamente trentamila euro, è molto difficile giustificare certe affermazioni.

G.: …Hai proprio il dente avvelenato, Nini, diciamo così!

N.G.: No, no, sorrido! Ho proprio sorriso su queste cose, lo garantisco: però mi piace sempre raccontare la verità!

G.: E fai benissimo, e infatti ecco che lo spazio qui è disponibile: naturalmente anche per chi volesse controbattere, questo è evidente.

N.G.: Certamente, certamente.

G.: A proposito: la gente, invece, che cosa ti dice?

N.G.: Eh, la risposta ce la dà anche un paesino come Paspardo, di poche anime, che riempie la piazza, piccola, ma anche tutta una intera via per vedere lo spettacolo di Beppe Altissimi, perché crede nelle proposte del Festival: io, a questo punto, dopo tredici anni potrei proporre – e qualche volta lo faccio – anche l’evento “di nicchissima” e sono sicura che lo zoccolo duro di centocinquanta, duecento persone sulle quali contare ce l’ho.

G.: Beh, è il frutto del lavoro, oltre che della buona nomea che vi siete guadagnati sul campo, di mesi e mesi: quando è che cominci a organizzare l’edizione successiva del Festival? E come ti muovi?

N.G.: Allora: io inizio da subito (come finisce un Festival, ma a volte nel corso stesso del Festival) a pensare che cosa si può fare l’anno prossimo; dal 2007 non penso mai “Cosa posso fare con tanti soldi?”,  penso “Cosa posso fare con zero soldi?” ed inizio davvero a coprire il Festival. Il Festival vive e “cammina sulle acque” perché ci sono tante persone, il “Tenco” in primis, che ci credono; gli artisti stessi, che spesso, e non pochi, vengono per poco più di un rimborso spese, e questo premia la nostra credibilità e dà al Festival una importanza davvero nazionale, un respiro diverso. Pochissimo possiamo basarci sulle sponsorizzazioni, perché anche le industrie che vanno bene, e non hanno problemi, hanno comunque un riserbo che non si capisce, perché non ce l’hanno per lo sport, per esempio, ma ce l’hanno per l’evento culturale ( “…Ah, ma se mi faccio vedere e dopo mi capita che metto gli operai in cassa integrazione, ah no, non posso espormi”), salvo rarissime persone che qualche mano ce la danno ( per dire, le coperture delle ospitalità, sempre con grande cuore, e parlo dell’Hotel Sorriso di Boario Terme: c’è una famiglia meravigliosa che lo gestisce e veramente per noi questo è… E’ bellezza pura, questa, quando le persone vere ti vengono incontro e dicono “Non preoccuparti!” prima che tu glielo chieda!)

G.: Sai che io chiacchiererei con te per altre mezz’ore e invece il tempo se ne va via (e magari ci ritroveremo “a bocce ferme”, quando il Festival di quest’anno chiuderà i battenti: a proposito, quando?)

N.G.: Il Festival chiude i battenti il diciannove dicembre

G.: Perfetto: speriamo di avere tempo e modo di ritrovarci. La domanda di chiusura di chiusura non può che essere: ma chi te lo fa fare?

N.G.: Me lo fa fare l’idea di non dovere dire che ho fallito nel 1988 fondando questo centro (CCTC, “Centro Culturale Teatro Camuno”: ndr), e me lo fanno fare gli occhi dei giovani che stanno lavorando con noi adesso, il loro entusiasmo, il loro talento, la loro umiltà: loro imparano da me alcune cose, ma imparo anch’io da loro.

G.: E mi sembra una conclusione impeccabile. Grazie, Nini; un grande saluto anche a Bibi Bertelli, insostituibile presenza per questa manifestazione, e… “in bocca allo sciamano”, non so, come si dice?

N.G.: E’ una sciomana: siamo tutti sciomannati!

G.: Perfetto! Allora “siamo tutti sciomannati” sarà il nostro mantra!

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